Articolo di Marco Kohler per Confederation Music:

Esiste una cura per l’anima di un giovane corpo stuprato?
Dopo il singolo “Musa”, Re-Count ha pubblicato “Les oubliés”, un titolo esplicito come la canzone che rappresenta.
I dimenticati sono le vittime di abusi, le cui sofferenze si perdono nell’oblio: anime come candeline nel vento, sorrisi come flebili fiamme che si spengono.
“Donne moi les mains on ira loin au fond dans ma haine, donne moi ton âme tu seras le sang dans mes veines“.
“Les oubliés” è un missile techno industrial con reminiscenze younggodiane, un brano potente e drammatico con la cassa dritta, in cui si alternano oscurità e luce, come nella vita di chi, entrando e uscendo dal proprio angolo di dolore, cerca con difficoltà e spesso da solo, nuovi punti riferimento; una nuova serenità, una medicina che estingua il ricordo di quelle “braccia giganti” che hanno tradito la fiducia e l’innocenza.
Ma quella di Re-Count è anche una chiamata alla responsabilità collettiva. Nell’indifferenza alimentata da pietà e menzogna, la guarigione è un percorso da affrontare insieme affinché “l’odore della violenza lasci spazio al profumo della primavera”.
Re-Count è un’entità luganese sfuggente che, da 3 decenni, esplora in assoluta libertà e con stile il pop, il rock, la breakbeat e la drum’n’bass, facendo incursioni anche nell’ambient e nella goa, senza mai tradire l’amore per le impalcature industriali.
Il musicista/produttore Omar Bernasconi e il cantante/paroliere Fabien Perrochon sono al lavoro sul nuovo album di Re-Count; con “Les Oubliés”, aggiungono un tassello tematico pesante, intenso e inedito a uno dei puzzle più underground e duraturi della storia discografica ticinese.
Il singolo è disponibile in un mini EP che contiene anche due remixes di “Les oubliés” e la versione dal vivo di “Musa”